sabato 19 gennaio 2008

Un Chien Andalou e il suo occhio..

Posso comprendere come nell'anno della sua uscita (1929) la famosissima scena dell'occhio tagliato da una lama di rasoio, accostato ad una nuvola che allo stesso modo trapassa la luna in cielo, abbia tanto impressionato gli spettatori dell'epoca. Tutt'oggi resta una scena poco digesta ai deboli di stomaco (per la cronaca per realizzare questa scena venne utilizzato un vitello, depilato e truccato per l'occasione). Ma il discorso è relativo al fatto che questo cortometraggio di 15 minuti, poi diventato emblema del cinema surrealista, si sia prestato a innumerevoli interpretazioni. Forse il regista Luis Buñuel se la rideva leggendo le più disparate ipotesi sul significato delle immagini che lui e Salvador Dalì misero insieme (raccontandosi i propri sogni) per poi scriverle nero su bianco in una precisissima sceneggiatura redatta da Buñuel. Sono passati quasi 80 anni, il cinema è cambiato, il surrealismo non c'è più, restano i film che purtroppo non sono più in grado di stupire, impressionare e mettere in discussione tutta una serie di cose come capitava una volta. Con un po' d'amarezza si deve constatare che ci sono sempre buone pellicole, ma i capolavori e i film d'autore sono sempre meno. Vi lascio con la prima parte di Un Cane Andaluso, per capire di cosa stessi parlando poche righe sopra (la seconda parte cercatela da voi, se vi interessa :P) almeno dimostro di non essere del tutto pazzo! ;)

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