martedì 19 gennaio 2016

Maze Runner - Il Labirinto & Maze Runner - La Fuga

Nel giro di due giorni mi sono guardato i primi due capitoli della trilogia (?) tratta dalla serie di libri The Maze Runner dello scrittore statunitense James Dashner. A livello cinematografico è certa l'uscita del terzo e, probabilmente, conclusivo episodio "La Rivelazione" mentre a livello scritto troviamo anche due prequel, l'ultimo dei quali non è ancora arrivato nelle nostre librerie.

La visione nell'arco di due giorni dei due film mi ha portato a un dubbio, vista la sequenza finale de "Il Labirinto" e quella iniziale de "La Fuga": siamo di fronte a un prodotto stile serie televisiva oppure le serie televisive sono sempre più qualitativamente simili alle pellicole cinematografiche? Voglio propendere per la seconda ipotesi ma è certo che Maze Runner è inquadrabile in quel filone di fantascienza distopica adolescenziale che sta vivendo giorni di gloria dall'uscita del primo Hunger Games. Veniamo comunque alle due pellicole in questione.

Maze Runner - Il Labirinto

Un film dove si corre parecchio.
Le vicende di Maze Runner - Il Labirinto cominciano con il protagonista adolescente, Thomas, privo di sensi dentro una sorta di gabbia ascensore in ascesa frenetica verso un luogo del tutto inaspettato. Il nostro, presunto, eroe si troverà nella "radura" posta di fronte a un enorme labirinto di cemento e pietra insieme a una nutrita comunità di adolescenti, tutti maschi, che si trovano lì chi da un mese chi da tre anni. Senza alcun ricordo se non il proprio nome, Thomas spiccherà per un'innata curiosità e spirito d'intraprendenza che lo porteranno a diventare ben presto un velocista, cioè coloro che si inoltrano all'interno del labirinto per mapparlo e trovare una via di fuga. La corsa è un fattore fondamentale in quanto il labirinto si apre al mattino e si richiude alla sera ruotando poi le varie sezioni e cambiando quindi disposizione. Rimanendo chiusi all'interno del labirinto si rischierebbe di incontrare terribili mostri chiamati Dolenti, ma nessuno è mai tornato per confermare questa leggenda. Aggiungiamoci poi un misterioso virus per rendere questo ambiente tutt'altro che pacifico.
La trama di Maze Runner mi ha sicuramente intrigato grazie a un'azione frenetica e ai pochi fronzoli affrontati per evolvere le gesta di Thomas e soci. Di contro, però, la caratterizzazione dei protagonisti è parecchio stereotipata, così come alcuni avvenimenti scontati. In linea di massima, però, il film scorre bello liscio per le quasi due ore e diverte parecchio. Il punto di forza è, come già detto, l'azione frenetica corroborata da una regia e a da un montaggio adeguati e non fastidiosi, in grado di rendere le scene parecchio divertenti e coinvolgenti. Poteva mancare la componente sentimentale? Naturalmente no, Hunger Games docet. Infatti se osservate bene la locandina noterete a sinistra un personaggio con i capelli lunghi, non è un metallaro ma bensì una ragazza, anni luce dalla bellezza e dalla bravura di Jennifer Lawrence , impersonata da Kaya Scodelario. Uno degli aspetti che noto sempre in questo genere di film, e ci tengo a puntualizzare, è la colonna sonora. In Maze Runner - Il Labirinto non abbiamo orchestrazioni degne di nota ma classici motivi adatti a scene frenetiche ed epiche, tutto qui. John Paesano (e chi diavolo é?!), compositore abbastanza anonimo, ha realizzato la colonna sonora di entrambi i film quindi fin da ora vi dico che siamo sugli stessi livelli, niente John Williams, niente Hans Zimmer, niente di niente ma va bene così. Siamo pur sempre di fronte a un teen movie.
In definitiva questo primo capitolo di Maze Runner è un discreto film che si lascia guardare e riesce anche ad appassionare nei momenti topici della trama.

Maze Runner - La Fuga 

Non sono solito fare spoiler, ma mi pare evidente che siano riusciti a scappare dal labirinto...




Maze Runner - La fuga inizia dove Il Labirinto era terminato, ed è inutile scrivere qualcosa in più della trama perché sarebbe troppo facile fare spoiler, grazie anche a un titolo e a una locandina che forniscono parecchi indizi sulla conclusione del predecessore.
Stesso regista, stesso cast più alcune interessanti aggiunte (un certo Giancarlo Esposito vi dice niente?), stesso compositore ecc. Insomma un meccanismo molto rodato tanto è vero che la corsa qui si fa più intensa e frenetica soprattutto dopo i primi contatti con gli "spaccati", persone contagiate dal virus già citato nella prima pellicola. Questi uomini infettati e mutati aggiungono una componente horror a questo sci-fi distopico e non nascondo il mio personale apprezzamento, da amante del genere. Siamo ai livelli de Il Labirinto? Più o meno, anche qui personaggi un po' stereotipati, azioni scontate con inganni, nuovi alleati ecc. ma con un po' di pesantezza nelle parti "pensate" del film. In parole povere: quando non si corre La Fuga perde parecchi colpi. Resta comunque un degno sequel, divertente ma con poche pretese come anche Il Labirinto, per cui consiglio la visione tra un Sokurov e un Lynch, giusto per non dover far correre troppo il cervello.

Au revoir!