RECENSIONE\COMMENTO: VIZIO DI FORMA
La locandina ricorda molto da vicino la copertina del libro da cui è tratto il film |
Siamo nella Los Angeles di inizio anni Settanta e il protagonista Larry "Doc" Sportello, Joaquin Phoenix, è un investigatore privato non alcolizzato bensì strafatto (o, come spesso viene pronunciato durante il film, "fattone"). La "tranquilla" vita lavorativa di Doc viene stravolta dalla richiesta d'aiuto di Shasta (Katherine Waterston), sua ex fiamma, la quale si trova nel mezzo di un complotto per far fuori il suo amante, nonchè magnate dell'edilizia e miliardiario Mickey Wolfmann (Eric Roberts). Costui rischia di essere internato dall'attuale moglie, aiutata dal suo amante, in modo da ottenerne la ricchezza.
Benicio Del Toro riesce sempre a essere una degna spalla di personaggi bruciati dalle droghe, vedi Paura e Delirio a Las Vegas, anche qui è una sorta di avvocato. |
Sul lato tecnico il lavoro del signor Anderson è ineccepibile ma ciò che colpisce di più è la fotografia: rende pienamente giustizia ad ambientazioni e periodo storico con colori invecchiati e assolutamente attinenti agli anni Settanta.
Sulle prove recitative non ci sono dubbi: il cast stellare paga e lo fa a partire da Joaquin Phoenix, perfetto fattone, passando per comprimari quali Josh Brolin o Benicio Del Toro (qui vanta una piccola parte, ma si nota) giusto per citarne alcuni.
La colonna sonora è stupenda e arricchisce moltissimo Vizio di Forma, proiettandoci di prepotenza negli anni Settanta e accompagnando la maggior parte delle fasi del film, soprattutto inizialmente, mentre va lentamente a spegnersi nelle fasi finali, più oniriche e ponderate.
Che dire dunque su Vizio di Forma? Siamo di fronte sicuramente a una pellicola valida anche se abbastanza complessa e lenta. Merita la visione, con qualche riserva, grazie a un ricco cast, una salda regia e a delle musiche perfette. Se vi ha incuriosito la trasposizione cinematografica sappiate che il libro sarà molto probabilmente più complesso e macchinoso ma Pynchon merita la lettura soprattutto da chi, come me, ancora non l'ha fatto.
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