Capita, a volte, di tornare sui propri passi e riprendere le cose lasciate a metà, un po' come questo blog nato per scrivere di cinema e di altre cose che mi parevano interessanti. Da tempo pensavo di tornare a scrivere in digitale i commenti ai film che guardo al cinema, essendo regredito al vecchio carta e penna da diverso tempo, e ho colto la palla al balzo con quest'idea di scrivere il commento di un film al giorno, non necessariamente visionati in sala ma anche comodamente in TV o al PC.
Quale periodo migliore se non quello estivo dove l'oscurità della propria casa protegge dall'imperante calura? Ecco, per l'appunto, comincio con una pellicola uscita da poco nelle sale italiane e che ha fatto parlare di sè (ne siamo sicuri?) in quanto trattasi di un horror dalle tematiche apparentemente classiche: Babadook.
RECENSIONE\COMMENTO: BABADOOK
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(I commenti positivi si sprecano, come al solito) |
L'estate, si sa, è sempre stato il periodo migliore per buttare nelle sale italiane film horror o, come sta avvenendo negli ultimi anni, pellicole uscite da un anno o più negli Stati Uniti e che, per un motivo o per un altro, non sono state proiettate nel nostro paese. Inutile dire che la maggior parte delle volte si tratta di film di cui faremmo volentieri a meno ma, come si dice, questo passa il convento per gli amanti del cinema in sala. Fatte le dovute premesse parto col dire che Babadook appartiene alla prima categoria, l'horror, e apparentemente è stato apprezzato dalla critica ma sappiamo tutti che non è necessariamente una cosa positiva, vediamone il motivo.
Ciò che mi ha spinto a recarmi in sala a vedere il primo lungometraggio, e attualmente l'unico, dell'attrice e regista australiana Jennifer Kent è stata la mia passione per il genere horror e la mancanza di scelta nella mia città. Consapevole che i film con presenze soprannaturali ormai imperversano negli horror moderni ho voluto dare una possibilità a una pellicola che tratta una tematica classica ma lo fa in modo originale, l'uomo nero o, in questo caso, Babadook che spaventa le notti del giovane protagonista Sam (Noah Wiseman, 7 anni).
Andiamo con ordine: Amelia è una giovane vedova che ha perso il marito in un incidente stradale. La particolarità è che la tragica morte è avvenuta durante il tragitto da casa all'ospedale per far nascere il primogenito della coppia.Abbastanza scontato il fatto che il bambino privato del padre, e nato in presenza di una tragedia, sviluppi una personalità che dire anormale è poco. Mentre Amelia soffre di un incubo ricorrente in cui rivive la notte dell'incidente, il piccolo Sam è convinto della presenza di alcuni mostri che lo perseguitano nel sonno, perciò inizia a costruire armi per la difesa (per quanto improbabile che un bambino di 6-7 anni sia in grado di fare ciò, per quanto intelligente) e, letteralmente, opprime la madre durante le notti privandola del sonno ristoratore. Per questo la credibilissima Essie Davis appare come una donna distrutta e particolarmente esaurita, diremmo noi, a causa della mancanza di sonno e dell'insoddisfazione nel vedere un figlio piuttosto folle. La svolta avviene col ritrovamente di un libro, Mister Babadook, casualmente rinvenuto nella libreria domestica e, sempre casualmente, di cui nessuno ricorda la provenienza. Finalmente il bambino individua il mostro che vuole far fuori la sua famiglia: madre, cagnolino (immancabile per aumentare l'angoscia) e lui stesso. Da qui in poi assistiamo ai classici cliché che porteranno la madre dal negare l'esistenza di Babadook al trovarsi fisicamente coinvolta nella vicenda, con un finale inaspettato e mal digerito dal sottoscritto e di cui non parlerò per evitare spoiler.
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(Le illustrazioni del libro Mister Babadook sono davvero belle e inquetanti, lo riconosco) |
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Sul versante tecnico il film sfrutta molto bene la classica casa incasinatissima con vecchia mobilia e parquet in legno, particolarmente scricchiolanti, per indurre lo spettatore a provare un senso di oppressione e angoscia. La fotografia è discreta, niente di eccezionale, e fa il suo dovere con i classici giochi di luci e ombre mentre sonoro e musiche sono ormai quelle dei canoni horror: rumori assordanti e inquietanti, volumi che aumentano all'improvviso e brani quasi assenti (punto a favore questo, per creare un'atmosfera più claustrofobica). Il punto forte di Babadook è la recitazione: pensare che un bimbo di sette anni riesca a recitare così bene è quasi impensabile, il giovane Noah Wiseman non solo riesce a sembrare psicopatico ma è capace di farsi odiare profondamente nella prima parte del film. Allo stesso tempo riesce a far suscitare, in alcune occasioni, compassione ed empatia soprattutto nell'ultima parte. In egual modo la giovane mamma, Essie Davis, è credibilissima come donna frustrata e con una grossa crisi di nervi in vista, riuscendo a instillare nello spettatore la sua inquietudine e ansia per tutta la durata della pellicola (appena un'ora e mezza).
Purtroppo gli attori co-protagonisti non equivalgono i protagonisti. Ad esempio Claire, la sorella di Amelia, e le sue amiche, per non parlare poi del dottore, dei poliziotti ecc. tutti personaggi macchiette e stereotipate che in alcune occasioni, presentano situazioni grottesche. Ammettiamolo, se sono volute siamo di fronte a dei tocchi di genio così come le citazioni che si possono cogliere nella pellicola, a partire dall'aspetto del Babadook e di alcune situazioni, ma in verità c'è il timore che siano solo personaggi abbozzati.
Dunque, in conclusione, mi è piaciuto Babadook? Insomma, viste le premesse mi aspettavo un horror soprannaturale, con il classico uomo nero che spaventa i bambini, rivisitato e spinto da qualcosa di più fresco a livello di trama. Invece la pellicola di Jennifer Kent è riuscita a caratterizzare benissimo i due protagonisti, grazie anche a delle prove recitative credibili, ma poteva osare di più a livello di trama evitando di puntare tutto sulla parte finale, dove l'esplosione della follia diventa preponderante e l'angoscia e la paura si concretizzano. Il libro Mister Babadook è sicuramente da acquistare, a partire da quest'autunno e dopo una prevendita fatta nei mesi passati, dal sito ufficiale del film e può darsi che a lungo andare questa pellicola diventi un film cult. Considerando che negli ultimi anni il genere horror è andato declinando sempre più non mi stupisco, quindi, che alla prima opera decente si gridi al miracolo.